TERRA VIOLATA BY SURICO GIUSEPPE

Buona domenica a tutti

TERRA VIOLATA
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Filomena già lo conosceva il segreto di Tanino e se ne guardò bene dal dirglielo.
L’uomo sentiva la nostalgia dei figli ed il rimorso l’attanagliava sempre di più.
La famiglia aumentava,quando si faceva il pane,bisognava fare cinque “panelle”da quattro chili,una da due,due focacce nel tegame e una a terra senza pomodoro,solo con sale olio e origano.
A quelle del tegame si tiravano i pizzicotti intorno per far fare un bordo sopraelevato,così l’olio non scivolava da sopra la superficie delle focacce.
Si metteva pure pezzi di pomodoro spinto nella pasta col pollice,un po’ di sale e origano.
Quando si faceva il pane bisognava alzarsi prestissimo,Maria per non far uscire Filomena andava lei a casa sua.
Tutti dormivano,Filomena svegliava Anna per aiutarle e poi doveva imparare per quando si sarebbe sposata.
Per essere una brava moglie,oltre a fare crescere ed educare i figli,dovevi sapere:fare il pane,cucinare,lavare i panni,almeno conoscere il minimo indispensabile di cucito per poter rattoppare i vestiti,saper lavorare ai ferri per fare le calze ed infine saper ricamare non a livello di ricamatrice,ma almeno fare il punto a croce.
Tutto ciò faceva parte della dote di una ragazza,oltre alle lenzuola,i panni e il mobilio,se la ragazza aveva tutto queste qualità oltre ai beni,era più facile maritarsi.
Fare il pane era come creare qualcosa,come un’opera d’arte,a differenza da essa,che lei poteva piacere non a tutti,il pane doveva piacere e gustato da tutti.
Gli arnesi erano di legno povero come l’abete ma essenziali,Filomena aveva ancora quelli di sua suocera:due banchetti un po’ più alti dove posizionare il tavoliere,la cassa del pane,dove si lasciava riposare e crescere l’impasto,un cavalletto piccolo particolare dove far scivolare la “s’tell”(setaccio)per setacciare la farina,lo scarto si metteva da parte per poi usarlo sul telo che serviva ad avvolgere l’impasto nella cassa.
Ultimi,ma non meno importanti,la brocca per l’acqua,la rasola,la tavola del pane,un asse di legno lungo più o meno due metri,largo una quarantina di centimetri e spesso un paio,dove posizionare le “panelle”di pane per il trasporto al forno,le quali venivano coperte da un telo,di solito un vecchio lenzuolo adattato all’uso.
G.S.
CONTINUA
MASSAFRA 29/11/2020

Tratto dal gruppo di Facebook Lucania la mia ragione di vita

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